Agnese Codignola 16 Giugno 2021 Packaging Commenti
La Direttiva Europea 904 del 5 giugno 2019 vieta dal 2021 l’utilizzo delle cannucce in plastica monouso. Ma dovendo rispettare contemporaneamente il regolamento (1935/2004) per i materiali a contatto con gli alimenti (che prevede l’assenza di trasferimenti di sostanze dagli oggetti al cibo), quali alternative ci sono?
Alla domanda risponde un documento dell’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR). Gli esperti hanno scandagliato i regolamenti comunitari (anche se l’unico vero e proprio – il 10/2011 – riguarda le plastiche per uso alimentare), quelli nazionali, e poi i valori-soglia stabiliti sia dai legislatori che dalle aziende su diverse classi di molecole proposte per questi scopi. Inoltre è stata esaminata la conformità, per quanto riguarda i materiali di origine naturale, alle norme volte a prevenire la proliferazione di microrganismi patogeni, e altro ancora.
Se l’utilizzo è frequente, spiega il BfR, le alternative in silicone, acciaio inossidabile e vetro sono adeguate. Il primo infatti è un materiale inerte, considerato sicuro per il contatto con gli alimenti, così come le leghe metalliche quali l’acciaio inox, sempre se realizzate seguendo tutte le normative vigenti. Anche il vetro sarebbe ottimale, ma comporta il rischio di rottura e, di conseguenza, la possibilità che qualche frammento finisca nella bevanda o in alimenti presenti nelle vicinanza. Per questo sarebbe opportuno utilizzare cannucce in vetro rinforzato appositamente per questi scopi. Per queste cannucce il punto cruciale è la pulizia: vanno pulite accuratamente prima di ogni utilizzo. Se ciò non è possibile, è meglio non impiegarle. Inoltre vanno sostituite ogni qualvolta vi siano segnali di degradazione o danno.
Se invece si prevede che la cannuccia sia utilizzata una sola volta, esistono prodotti in grano duro (cioè di pasta) che, tuttavia, possono rompersi, oppure sciogliersi, o decomporsi (soprattutto se la bibita è calda), e possono avere qualche effetto sul sapore della bevanda. Ci sono poi cannucce in carta e cartone, che sono adeguate solo quando il materiale di partenza è addizionato con sostanze che tengono lontana l’umidità. Il punto debole di prodotti in cellulosa è che queste ultime, tra le quali ve ne sono di inadatte all’ingestione come i clorpropanoli, sospettati di essere genotossici, possono passare nelle bevande. È quindi necessario controllare quali sostanze sono state impiegate per realizzarli, prima di considerale sicure.
Ci sono infine cannucce in paglia o altre fibre naturali, che però il BfR sconsiglia perché non ci sono studi relativi al rischio biologico, cioè alla proliferazione, nei materiali di partenza, di funghi, batteri o altri microrganismi che potrebbero dare origine a un’infezione, né su eventuali contaminanti che potrebbero causare un’intossicazione.
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Le cannucce di paglia: la riscoperta dell’acqua calda!!! Mi sembra però che i pretesti per per non usarle siano piuttosto deboli. E’ vero che poi la paglia potrebbe essere importata da non si sa dove, ma visto che di prodotto naturale si tratta potrebbero essere considerate alla stregua di un alimento vegetale e quindi dare libertà al “Biologico” etc.
Direi che, come in infiniti altri casi, non è poi così indispensabile utilizzare cannucce. Eventualmente fossero da utilizzarsi, ad esempio in campo medico, per chi non è in grado di bere direttamente dal bicchiere, le alternative ci sono. Per tutti gli altri: ma facciamone pure a meno!
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